Clima: quale futuro per la Terra?

Giovedì 14 aprile 2005 ore 21:00 Bizzeffe, Via Panicale 61r, Firenze

In collaborazione con Laboratorio di Meteorologia e Modellistica Ambientale (Lamma), Firenze. Con il finanziamento di Bassnet srl (Firenze)

Ospiti:

Cesare Corselli (Università di Milano Bicocca, Consorzio Interuniversitario per le Scienze del Mare )

Francesco Miglietta (Istituto di Biometeorologia, CNR, Firenze )

Antonio Navarra (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Bologna )

Animatore: Emiliano Ricci (giornalista scientifico)

Effetto serra, buco dell’ozono, protocollo di Kyoto, scioglimento dei ghiacci, surriscaldamento del pianeta: tutte espressioni ormai entrate nel vocabolario quotidiano. Si fanno convegni, se ne scrive, se ne parla, ma quale sarà veramente il futuro climatico del nostro pianeta, assediato dalle attività dell’uomo, nessuno può dirlo con certezza.

C’è chi dice - e sono i più - che se continuiamo così, a immettere in atmosfera anidride carbonica e sostanze inquinanti, finiremo per distruggere i delicati equilibri della Terra, ma c’è anche chi afferma che la Terra, nel corso di tutta la sua storia, ha attraversato periodi di grande freddo (le cosiddette glaciazioni), alternati a periodi più caldi. E questo è accaduto non solo in antiche ere geologiche, ma anche in tempi storici. Naturalmente chi sostiene questa seconda ipotesi ritiene che la presenza dell’uomo non sia così di disturbo e che, anzi, le sue attività alterino in maniera assolutamente trascurabile lo stato del pianeta, forse già critico per cause naturali.

Un fatto però è certo: la concentrazione di anidride carbonica presente attualmente in atmosfera è la più alta mai registrata sulla Terra. Allora chi ha ragione? Possiamo tranquillamente fare finta di niente (come fanno gli Stati Uniti, che sono i maggiori produttori mondiali di gas serra), o abbiamo fatto bene ad aderire al Protocollo di Kyoto, come ha recentemente fatto anche la Russia? Noi certamente non saremo più qui quando la Pianura Padana si trasformerà in un grande mare interno o in un'enorme distesa ghiacciata. Però possiamo comunque cercare di capire se e come e quando questo accadrà. E, soprattutto, se sarà responsabilità nostra..

050414_Clima.pdf