Non si finisce mai di imparare: come cambia la memoria dall'adulto all'anziano

29/04/2014 Caffè-scienza Teatro Magnolfi Prato ore 21:00

Modera:

Franco Bagnoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia e CSDC, Università di Firenze

e Giorgio Gronchi (dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze)

con:

Andrea Guazzini (dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia, Università di Firenze)

La serata avrà come tema le capacità di apprendimento e memoria durante l'invecchiamento. E' molto diffusa l'opinione secondo cui l'invecchiamento si associ necessariamente ad una diminuzione di tali capacità: in quest'ottica, nel momento in cui si iniziano ad accusare i primi, lievi disturbi di memoria, si osserva la tendenza a trascurarli proprio perché ritenuti, erroneamente, inevitabili e incurabili. In realtà, anche se è vero che la memoria declina con l'età, è possibile preservare le normali capacità di apprendimento e memoria a patto di aiutare queste funzioni con piccoli accorgimenti e strategie di ricordo. Alcuni ricercatori ipotizzano che il declino della memoria nell'anziano sia dovuto al fatto che si smette di adoperare quei metodi che abitualmente si usavano in passato per ricordare con i migliori risultati. Fino a che punto l'invecchiamento incide sulla memoria? In che misura è possibile mitigare questo effetto e quali sono le strategie ottimali per mantenersi sempre vigili?