La plastica nel mare
Giovedì 14/1/2016 ore 21:00 Caffè-ScienzaLega Navale Italiana Sezione di Firenze e Prato, Viale Raffaello Sanzio 26 Firenze con: Chiara Lapucci, LAMMA, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile e IBIMET (CNR, Firenze) e Maria Cristina Fossi Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, Università di Siena. Modera: Lorenzo Ulivi Istituto dei Sistemi Complessi, CNR, Firenze Non si può fermare la produzione di plastica né il suo utilizzo, ma il nostro pianeta deve fare i conti con questa nuova fonte di inquinamento. A livello marino il problema è drammatico, in quanto la plastica, una volta giunta in mare, tende a permanere pressoché inalterata e, specie se ridotta a dimensioni inferiori a 5 mm (microplastica), riesce ad entrare nelle catene alimentari marine a livelli diversi, dai piccoli organismi filtranti, come le cozze, a organismi di dimensioni molto grandi come le balene. Sono ormai famose le "isole di plastica" che si trovano al centro di correnti a vortice (gyre) oceaniche. Anche nel "nostro" mar Ligure e nord Tirreno è dispersa molta plastica, ma un quadro chiaro della situazione non è ancora stato delineato. L’Università di Siena insieme al Consorzio LaMMA stanno facendo campagne oceanografiche per studiare la situazione. La scelta dei punti di campionamento viene effettuata in base a modelli di correnti operativi presso il LaMMA, in modo da capire se anche a questa scala spaziale ci sono aree dove la concentrazione di plastica è più elevata. L’Università di Siena studia il ruolo delle plastiche all’interno della catena alimentare effettuando biopsie cutanee di cetacei per valutare l’effetto dei derivati delle microplastiche sul metabolismo di questi animali.