Non perdiamo il ritmo nella ricerca! La ricerca sui ritmi biologici
Caffè-Scienza
in collaborazione con: AIRIcerca
Giovedì 31 Marzo 2016 ore 21:00
SMS Rifredi, via Vittorio Emanuele II 303, Firenze
o in streaming su www.caffescienza.it/Discussioni
Con: Nicola Romanò Centre for Integrative Physiology, Università di Edimburgo, in collegamento da Edimburgo
modera: Giovanna Pacini -Post Doc Dipartimento di Fisica e Astronomia-Università degli studi di Firenze,
Associazione Caffè-Scienza
Osservando la natura, ci si rende conto dell’esistenza di fenomeni ritmici che coprono archi di tempo di diversa lunghezza. Si va da ritmi brevi come quelli della respirazione o del battito cardiaco, a fenomeni che durano ore come i cicli sonno/veglia o l’apertura dei fiori, fino ad eventi della durata di mesi o anni, come nel caso del letargo, o degli equilibri preda/predatore. Esistono poi altri ritmi nascosti all’osservazione diretta: esempi sono i ritmi dell’attività cerebrale, della secrezione di molti ormoni e l’attività dei geni a livello delle singole cellule.
Ma quali sono i meccanismi alla base di questi ritmi? Come fa un fiore a “sapere che ore sono”, per aprirsi proprio al mattino e non alla sera? Come fa il nostro corpo a sapere quando produrre un certo ormone piuttosto che un altro? E qual è la funzione di tutti questi ritmi ubiquitari in natura?
Non è solo un gioco di parole. Non perdere il ritmo nella ricerca significa essere aggiornati sul lavoro svolto da tanti italiani all’estero e fare in modo che questo sia conosciuto sostenendo gli scambi tra chi lavora nel mondo della ricerca in Italia, la società e chi lavora all’estero. Una delle mission di AIRIcerca - http://www.airicerca.org - l’Associazione Internazionale dei Ricercatori Italiani, condivisa da Caffescienza è proprio questa: creare nuovi canali di comunicazione tra i ricercatori e la società italiana.
In collegamento remoto da Edimburgo, una piccola “delegazione scozzese” di AIRIcerca: Nicola Romanò ci parlerà di ritmi biologici, assieme a Luca Cassetta, Bianca De Leo e Samanta Mariani, ricercatori all’Università di Edimburgo.
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