La genetica in tribunale

30/01/2014 SMS Rifredi via Vittorio Emanuele II, 3030 ore 21:00

con

Ugo Ricci, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, S.O.D. Diagnostica Genetica

e

Alessandro Possi, Direttore Tecnico Capo Chimico della P. di S., Gabinetto Regionale Polizia Scientifica per la Toscana

modera Franco Bagnoli

La prova del DNA è stata definita la gold standard delle fonti di prova per le indagini identificative, sia per le investigazioni criminalistiche che per i test di paternità/parentela. Non passa giorno che i giornali, le televisioni e anche i numerosi serial televisivi ci parlino dell’efficienza delle tecnologie del DNA ricombinante. Nel giugno 2009 anche l’Italia, aderendo al trattato di Prüm, ha emanato una legge sulla formazione di una specifica banca dati del DNA, nella quale confluiranno i profili genetici di soggetti reclusi e indagati. Si tratta effettivamente di un grandissimo aiuto per i giudici, con numerosissimi casi risolti grazie all’esame genetico. Le criticità dell’esame sono comunque molte, come testimoniano anche casi giudiziari nei quali siamo ancora lontani dall’aver raggiunto sentenze definitive. In definitiva il test del DNA non è esente dai problemi più generali che si riferiscono alla qualificazione della prova scientifica nei Tribunali. L’incontro porterà le esperienze dirette di coloro che lavorano nel concreto sulle scene del crimine e nel laboratorio di analisi genetica, con illustrazione opportunità e dei limiti di questa straordinaria tecnologia.