Luce e colore

con

"Cafferenza"

Giovedì 26 febbraio 2015 ore 21:00

Biblioteca delle Oblate, via dell'Oriuolo 26, Firenze

Giulio Peruzzi, Università di Padova.

modera: Franco Bagnoli, Università di Firenze.

Dall’antichità e fino almeno al Rinascimento il colore era subordinato alla luce, cioè l’aspetto cromatico veniva subordinato a quello ottico. Per Aristotele la chiarezza e l’oscurità dell’aria vengono assimilate all’essere bianco e all’essere nero dei corpi; il bianco e il nero sono colori, e anzi sono la matrice di tutti i colori che risultano da una combinazione di bianco e nero in diverse proporzioni. Non è un caso che a lungo i colori sono stati pensati e classificati secondo un criterio acromatico, quello della chiarezza (o brillanza): seguendo un asse dal bianco al nero, il giallo è considerato come il colore più luminoso. L’avvento della Scienza Nova determinerà tre fondamentali svolte (emblematicamente riconducibili rispettivamente a Galileo, Newton e Young) che, grazie in particolare ai contributi di Maxwell, von Helmholtz e Grassmann, porteranno nel corso dell’Ottocento alla moderna comprensione scientifica del colore e della luce. Tra gli esiti delle ricerche ottocentesche: la definitiva conferma della teoria dei tre recettori di Young; la chiarificazione delle proprietà del mescolamento dei colori; la nascita della colorimetria; le analisi quantitative della sensibilità dei recettori alle diverse frequenze e la spiegazione della cecità da colore; l’elaborazione della teoria fisica della luce (teoria del campo elettromagnetico). I temi trattati sono per loro natura transdisciplinari. Hanno che fare infatti con la fisica, con la fisiologia della visione, con le neuroscienze, con la psicologia e con l’arte. E hanno applicazioni inattese in diversi campi. Nel corso dell’intervento sottolineeremo a più riprese questa fertile interazione incrociata di saperi.

[di questo (e altro) ho parlato in G. P., Vortici e colori. All’origine dell’opera di James Clerk Maxwell, Edizioni Dedalo, Bari 2010]