Il dono di Apollo: dalla percezione al piacere musicale.
con Enrico Grassi Neurologo, Ospedale di Prato, Responsabile Sezione Neuro-estetica Società Italiana Neurologi Ospedalieri
Modera Walter Borsini Caffè Scienza
Il piacere della musica e cosa fa il cervello che ascoltaNatura, evoluzione e cultura nell’ascolto della musica
La musica è presente in tutte le culture fin dalla preistoria, ma ancora non è chiaro quale sia l’origine della gratificazione che proviamo ascoltandola.
Studi recenti mostrano che l'effetto emotivo della musica attiverebbe meccanismi di aspettativa e di anticipazione di uno stimolo desiderabile, mediati dal neurotrasmettitore dopamina. Nel caso di un brano già familiare, il meccanismo dell’aspettativa sarebbe evocato dall'anticipazione mentale dei passaggi più godibili.
La letteratura neuropsicologica presenta casi di danno selettivo nei compiti di percezione dei vari aspetti del suono: si deduce che i diversi elementi sonoro-musicali siano elaborati da strutture cerebrali differenti.
Pazienti con danno cerebrale dimostrano che la capacità musicale può essere selettivamente danneggiata (o risparmiata).
L’amusia, per esempio, è l’incapacità di riconoscere i suoni musicali pur mantenendo la capacità di riconoscere altri stimoli uditivi (quali il linguaggio verbale o i suoni ambientali).
Studi di neuroimaging confermano queste ipotesi.