I Campi Flegrei: un vulcano importante, la sua sorveglianza e cosa ne sappiamo oggi
modera:
Aldo Piombino – Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze
Con:
Micol Todesco e Gilberto Saccorotti (INGV -Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)
Questionario valutazione: https://goo.gl/forms/amMFqL6kJknPY6Mz2
Nel 1828, a Pozzuoli Charles Lyell capì che le colonne del Tempio di Serapide dopo essere sprofondate in mare si erano successivamente risollevate e che il movimento era ancora in corso. Trovò così importante questa osservazione da inserire l’immagine delle tre colonne come frontespizio del suo fondamentale “Principles of Geology”, il primo manuale “completo” di Geologia. I movimenti di queste colonne sono provocati dalla presenza di un grande apparato vulcanico, i Campi Flegrei. I Campi Flegrei non hanno l’aspetto di un vulcano “normale”, una montagna con all’interno un cratere: si tratta invece di un insieme di vari crateri anche estesi come superficie ma non troppo alti. Eppure questo apparato presenta una straordinaria vitalità che si rivela ancora oggi con la solfatara, i campi geotermici e i continui movimenti verticali (il famoso bradisismo di Pozzuoli) e che ha prodotto una lunga serie di eruzioni, alcune delle quali si collocano fra le più importanti degli ultimi 100.000 anni a scala mondiale. Oggi i Campi Flegrei sono uno dei vulcani più sorvegliati al mondo e spesso i giornali scrivono articoli allarmistici anche perché negli ultimi anni c’è il sentore che possa avvenire una nuova eruzione. Con Gilberto Saccorotti e Micol Todesco di INGV parleremo di come si fa e in cosa consiste la sorveglianza continua di un vulcano come i Campi Flegrei, cosa sappiamo della sua storia e della sua origine, i rapporti con il suo vicino, il Vesuvio e cosa ancora ci sfugge dal punto di vista scientifico su questa famosissima coppia di vulcani.